Sergio Dalmasso storico del movimento operaio. QUADERNI CIPEC e Altri Scritti
  

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Dopo Chianciano: eppur si muove    Torna alle categorie

Dopo Chianciano Eppur si muove?

Abbiamo alle spalle mesi drammatici:

  •  la vittoria delle destre alle elezioni politiche
  •  l’esplodere di razzismo, odio per il diverso, il moltiplicarsi di leggi immonde
  •  una offensiva antioperaia e antisindacale che lega governo e Confindustria
  •  la sconfitta di ogni ipotesi alternativa, testimoniata dal nostro tracollo elettorale
  •  un’opinione pubblica e un “senso comune” tutti appiattiti su posizioni reazionarie.

Nelle ultime settimane abbiamo visto i primi segni che indicano una controtendenza:

  •  la manifestazione degli immigrati (4 ottobre)
  •  la manifestazione delle forze comuniste e di sinistra (11 ottobre)
  •  lo sciopero del sindacalismo di base (17 ottobre)
  •  la manifestazione del PD (25 ottobre)
  •  il grande sciopero della scuola (studenti, insegnanti, famiglie, 30 ottobre)

La stessa affermazione di Obama, senza attribuirle significati eccessivi (farà la riforma della sanità? Chiuderà il lager di Guantanamo? Come si muoverà davanti alla crisi galoppante? Ritirerà le truppe dall’Iraq?) segna la fine dell’infausta era di Bush ed acquista valore anche simbolico.

La mobilitazione delle scuole contro la politica del governo e il rifiuto della CGIL di accettare la totale normalizazione (da qui i vergognosi incontri “segreti” governo- Confindustria- CISL- UIL) esprimono la volontà di rispondere alla più grave crisi economica degli ultimi decenni (da qui lo sciopero del 12 dicembre).

Purtroppo la sconfitta dell’ipotesi liberista che da decenni ci viene predicata come soluzione di tutti i problemi (privatizzazioni, fondi pensione, facili arricchimenti, individualismo, cancellazione di ogni soluzione collettiva, distruzione dell’ambiente) non trova forze politiche capaci di proporre una alternativa.

L’opposizione del PD alla destra si è basata per mesi su ipotesi di dialogo; Di Pietro esprime una forte critica su questioni di democrazia e moralità pubblica, ma tace sulle questioni sociali. L’opposizione parlamentare è tutta interna alle logiche confindustriali.

Noi abbiamo subito la più grave e cocente sconfitta della nostra storia. Per la prima volta (a parte il ventennio fascista) comunisti e socialisti non hanno rappresentanza parlamentare.

Le elezioni degli ultimi mesi hanno visto confermare le nostre difficoltà.

Eppure, al congresso nazionale, Rifondazione ha segnato la volontà di resistere, di mantenere in vita una forza comunista e di sinistra, di riallacciare un rapporto con altre forze comuniste e anticapitaliste, di ripartire dal basso, dalle grandi questioni sociali:

  •  lavoro e occupazione
  •  salari e pensioni
  •  prezzi, tariffe, scuola, sanità, trasporti

Nelle enormi difficoltà, abbiamo ripreso una attività che sembrava spenta: sul nodo Alitalia, sul tema della scuola, su questioni territoriali.

Esistono questioni interne difficili e complesse con divisioni fra chi ritiene che debba restare in vita una formazione comunista (è lo spirito su cui siamo nati nel 1991) e chi pensa che Rifondazione debba far parte di una sinistra più ampia (una sorta di Arcobaleno).

Non sono contraddizioni da poco e coinvolgono anche altre forze nella nostra area.

La federazione di Cuneo, al congresso, ha compiuto una scelta chiara: critica agli errori drammatici compiuti negli ultimi anni, richiesta di profondo rinnovamento, rilancio di attività sulle cose e di una proposta politica strategica volta alle altre forze comunista e anticapitaliste e capace di unità con tutta la sinistra (non solo partiti, ma gruppi, associazioni).

La buona riuscita della festa di fine settembre, la partecipazione alla manifestazione nazionale di Roma, alcune iniziative nelle sedi danno parziali segnali di ripresa.

Non abbassiamo la testa e proviamoci ancora. Rilanciamo una vera sinistra. Ricominciamo noi comunisti/e.

Sergio Dalmasso